Vivere un trauma può cambiare completamente l’esistenza dell’individuo che lo ha subito, provocando ansia, attacchi di panico, depressione, disturbi ossessivi, atteggiamenti compulsivi. Un metodo poco conosciuto l’EMDR aiuta a guarire la ferita psichica
Come si può affrontare un trauma? E’ possibile ritornare a vivere come prima dell’avvenimento che ci ha stravolto la vita? Uno studio svolto sui genitori che avevano perso i loro figli nel crollo della scuola elementare durante il terremoto nel 2002 a San Giuliano di Puglia, in Molise, ha mostrato come è possibile curare i disturbi post traumatici da stress.
EMDR è un trattamento psicoterapeutico che facilita la risoluzione di sintomi e di disagi emotivi legati a esperienze di vita stressanti e traumatiche. L’efficacia della tecnica di “Eye Movement Desensizitation and Reprocessing”, che significa “Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari” è stata dimostrata direttamente con fotografie del cervello, prima e dopo la terapia.
Il trauma si muove da una parte all’altra del cervello
I ricercatori del CNR e dell’Università di Roma Tor Vergata hanno mostrato le foto delle macerie della scuola crollata ai genitori e hanno fotografato, con l’elettroencefalogramma, le aree che si attivavano nel cervello durante la visualizzazione delle foto, in due tempi distinti, prima della terapia e dopo l’EMDR. La vista delle stesse immagini attivava due zone diverse, prima erano interessate quelle frontali, legate ad emozioni negative, dopo il trattamento le aree accese erano quelle delle funzioni cognitive. Dunque il trauma, nel momento in cui si supera, si muove all’interno del cervello.
Terremoto di San Giuliano
“Dopo la morte di mio figlio non riuscivo più a guidare – ha raccontato Nunziatina Porrazzo, mamma di Luigi deceduto a 7 anni sotto le macerie della scuola di San Giuliano – a ricordarmi quello che dovevo fare o quello che aveva appena fatto”. “Passavano gli anni, ma non riuscivo a tornare alla mia vita di sempre, sentivo dei dolori all’improvviso in varie parti del corpo – ha spiegato Nunziatina – e invece già dopo le prime sedute di EMDR mi sono sentita meglio, il ricordo c’è, ma ora lo vivo con serenità”.
Rapimento in Algeria
Simile testimonianza da parte di Maria Sandra Mariani, volontaria rapita in Algeria da Al-Qaeda, sequestrata per un anno e mezzo. Dopo la liberazione Mariani non riusciva a stare tra la gente, si sentiva un senso di colpa sia per essere stata rapita e sia per essere stata poi liberata. Anche per lei il benessere è stato avvertito dopo le prime sedute di terapia.
Naufragio della nave Concordia
La giornalista Patrizia Perilli non riusciva a cancellare dalla mente i momenti drammatici vissuti durante il naufragio della Costa Concordia, le ritornavano quotidianamente i frame della tragedia, “era come se non fossi mai scesa da quella nave, sono riuscita definitivamente a ‘sbarcare’ grazie all’EMDR”.
Ripetuta violenza carnale e segregazione
Chiara Invernizzi è stata tenuta in ostaggio per dieci mesi dal marito arabo a Gedda, in Arabia Saudita, e dopo il trauma soffriva d’insonnia con ripetuti incubi notturni. Ha ritrovato il sonno dopo le prime due sedute.
Isabel Fernandez, presidente dell’associazione EMDR Italia
“Dopo un trauma, come un lutto, una violenza, una catastrofe naturale – ha spiegato Isabel Fernandez, presidente dell’associazione EMDR Italia – la memoria dell’evento resta ‘congelata’ nelle reti del cervello in modo non funzionale, l’informazione non può essere elaborata e continua a provocare patologie come il disturbo post traumatico da stress e altri disturbi psicologici”.
I movimenti oculari dell’EMDR
“I movimenti oculari dell’EMDR – ha precisato la Fernandez – sono simili a quelli del sonno REM e quindi del tutto naturali, riattivano la capacità di ‘autoguarigione’ del cervello che trova le risorse per metabolizzare l’evento traumatico. Dopo la terapia i pazienti ricordano il fatto ma sentono che fa ormai parte del passato”.
Nell’84% dei casi lo stress passa dopo solo 3 sedute
Milioni di persone in molti paesi del mondo sono state trattate con successo per più di 20 anni, e vari studi hanno dimostrato che l’84%-90% delle vittime di trauma singolo non manifesta più il disturbo post-traumatico da stress dopo sole 3 sedute di 90 minuti.
OMS: Interventi mirati, come l’EMDR, su popolazioni esposte a traumi
L’OMS, organizzazione mondiale della Sanità, ha dichiarato nel 2013 il bisogno di intervenire con trattamenti specialistici come l’EMDR su popolazioni che sono state esposte a stress traumatico.
6 mila esperti EMDR in Italia
Solo in Italia sono 6 mila gli psicoterapeuti abilitati nel trattamento tramite EMDR, molti lavorano in ospedali, asl e nelle strutture del servizio sanitario nazionale. Per elaborare un forte trauma bastano in media dalle sei alle otto sedute.
20 medici delle forze armate utilizzano l’Emdr, ma aumenteranno
Il ministero della Difesa ha deciso di aumentare il numero di ufficiali medici in grado di effettuare la tecnica Emdr contro il disturbo da stress post traumatico che si può presentare specialmente dopo le missioni. “Giá nel 2003 abbiamo iniziato una collaborazione con l’associazione Emdr Italia per incrementare la conoscenza della tecnica – ha spiegato il sottosegretario alla difesa Domenico Rossi – abbiamo iniziato a formare una serie di ufficiali medici e stiamo avendo ottimi risultati. Possiamo dire che siamo talmente convinti che la tecnica produca effetti che il comitato tecnico scientifico presso lo stato maggiore ha deciso di incrementare i medici in grado di usare questa metodologia”.
EMDR, come funziona? Ce lo dicono le neuroscienze
Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) è reputato, con avvallo delle neuroscienze, una delle terapie più efficaci per superare disturbi post traumatici di corpo e mente.
14 Gennaio 2016
Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) è considerato il trattamento terapeutico più efficace e più riconosciuto dalla comunità scientifica nel trattamento dei disturbi post traumatici che colpiscono non solo la mente ma anche il corpo (psicosomatici).
C’era una volta…Nel 1987 la ricercatrice americana Francine Shapiro iniziò a notare su se stessa come nel concentrarsi in un evento traumatico i suoi occhi iniziavano a sviluppare un movimento oculare simile a quello della fase REM (fase del sonno dove si elaborano i sogni).Inizia così a sviluppare una serie di ricerche empiriche che avevano lo scopo di verificare l’efficacia della sua scoperta e la metodologia standardizzata.E’ nel 1989 che ci fu il primo studio controllato pubblicato nel Journal Traumatic Stress. Fu il primo di una lunga serie di ricerche, che continuano tutt’oggi.
Il disturbo post traumatico da stress
Nel DSM V (il manuale di riferimento dei disturbi per tutti i professionisti della salute mentale) descrive il DPTS come una serie di sintomi o disturbi causati da un evento potenzialmente mortale, pericoloso, una minaccia della propria integrità fisica o mentale di sé o degli altri. L’evento può esser vissuto in prima persona o indirettamente ma porta la persona a vivere sensazioni molto forti di paura, vulnerabilità o orrore intenso.
In termini meno medici si può definire il DPTS come delle reazioni continue e prolungate ad eventi passati da molto tempo; è un disturbo dei processi di memorizzazione del trauma.
Il PTSD iperattiva nel nostro sistema celebrale l’amigdala (il nostro computer delle emozioni) e quindi tutto il sistema limbico dove si trova la struttura più ancestrale quindi antica del nostro sistema nervoso, collegato alle funzioni essenziali per la sopravvivenza della specie.
Dopo un’esperienza traumatica, anche ripetuta, il sistema limbico si iperattiva, comportando tutti gli effetti fisici e psicologici di blocco (dolori fisici, blocchi fisici, disturbi del sonno, flashback ecc ecc)
Durante il vissuto di un evento traumatico, le risposte biochimiche (adrenalina, cortisolo ecc) bloccherebbero il sistema innato del cervello di elaborazione dell’informazione, lasciando le informazioni collegate al trauma, intrappolate in una rete neurale con le stesse emozioni, convinzioni e sensazioni fisiche che esistevano al momento dell’evento.
L’EMDR come strumento terapeutico
L’EMDR considera l’esistenza di un sistema innato in tutte e persone, fisiologicamente orientato ad elaborare le informazioni in un’ottica di autoregolazione.
Quando questo sistema si blocca l’EMDR, attraverso la sua tecnica, aiuta la persona a superare l’evento. I traumi singoli dopo 3-6 sedute il 77-100% vanno in remissione; 12 sedute sono necessarie invece per vittime di traumi multipli o lutti non elaborati.
Attraverso questa tecnica il ricordo più pesante dell’esperienza traumatica viene desensibilizzata, viene modificato il ricordo, visto come più lontano, distante, vengono incorporate emozioni adeguate alla situazione ed eliminate le sensazioni fisiche disturbanti.
Dopo il lavoro con l’EMDR la persona ricorda l’evento o l’esperienza ma sentono che fa parte del passato, durante l’elaborazione i pazienti si muovono gradualmente in ambiti più cognitivi ed emotivi fino a raggiungere una visione più matura e funzionale.
Cosa fa il terapeuta EMDR?
Il terapeuta chiederà alla persona di ripensare al ricordo traumatico, raccontarlo e concentrarsi sul momento più pesante.
Rimanendo nel ricordo più traumatico chiederà alla persona di notare cosa sente, cosa prova e che sensazioni ha nel suo corpo, misurandoli con diverse scale che verranno riviste ogni volta.
Il trauma viene rivissuto in sicurezza, con tutte le cautele che la terapia ma anche il metodo stesso impone (per esempio l’installazione del posto al sicuro prima del lavoro terapeutico).
Mentre la persona rimane nel ricordo e nelle sensazioni seguirà il movimento delle dita del terapeuta che sarà da destra a sinistra ad una distanza ottimale davanti agli occhi del paziente.
Seguendo il movimento delle dita si creerà il movimento oculare con un ritmo e una frequenza prestabilita dal terapeuta.
Dopo ogni set di movimenti il terapeuta chiederà cosa ha notato.
Gradualmente il ricordo viene elaborato e desensibilizzato come descritto precedentemente.
La persona, quando ritornerà nell’evento traumatico, non riporterà le stesse sensazioni fisiche ed emotive, avrà la sensazione di essersi “sbloccata”, di aver lasciato quel momento nel suo passato, lo ricorderà senza stare “patologicamente”male.
Neuroscienza ed EMDR
Dopo una terapia con il metodo EMDR si sono riscontrati dei veri e propri cambiamenti neurologici e biochimici nel paziente, che vanno a confermare quanto la persona riporta al termine dell’intervento.
Si riscontra un aumento e normalizzazione dei livelli basali di cortisolo.
L’attivazione iniziale della corteccia emotiva fronto-limbica (come descritto precedentemente) si sposta verso la corteccia associativa temporo-occipitale, vi è quindi l’elaborazione cognitiva e sensoriale (visiva) dell’evento traumatico dopo il trattamento. L’esperienza da emotiva diventa cognitiva.
Nell’immagine si può notare una risonanza magnetica funzionale del cervello prima e dopo la terapia con EMDR.
La parte rossa (prima del trattamento) si nota come sono attivate le aree della “zona emotiva”, area limbica; mentre la parte blu (dopo il trattamento) si nota come si attivano maggiormente le aree cognitive e associative del ricordo.
Si nota come viene dato più spazio al ricordo cognitivo dell’evento, diminuendone quindi l’esperienza emotiva.
La tecnica EMDR si apprende dopo un intenso training teorico e pratico.