Quando chiedere aiuto per il proprio figlio allo psicologo?
I primi dieci anni di vita dei nostri figli sono spesso segnati da numerose inquietudini e angosce, e non è sempre facile distinguere che cosa è davvero preoccupante e necessita di uno sguardo esperto, da ciò che rientra in una normale fase di sviluppo di un figlio.
Ci sono dei segnali che sicuramente non vanno sottovalutati, dei comportamenti che se notati nei nostri bambini, rendono necessario un consulto psicologico.
Ci sono dei segnali che sicuramente non vanno sottovalutati, dei comportamenti che se notati nei nostri bambini, rendono necessario un consulto psicologico.
Per esempio:
- Cambiamenti di comportamento: il bambino diventa improvvisamente aggressivo, oppure apatico, taciturno, mostra dei comportamenti compulsivi (lavaggi continui, controlli ripetuti, etc.), dei tic;
- Deficit di attenzione: il bambino mostra una flessione e apparentemente inspiegabile del rendimento scolastico; le maestre si lamentano che a scuola non sta attento per più di 5 minuti, che disturba;
- Disturbi d’ansia: angoscia, paure mai avute prima, disturbi del sonno;
- Disturbi alimentari: anoressia, ripetute crisi di vomito non dovute a patologie;
- Altri problemi psiosomatici: pipì a letto (enuresi), mal di testa, mal di pancia, onicofagia (mangiarsi le unghie).
Vediamo ora i casi in cui è importante chiedere la consulenza di uno psicologo che aiuti ad affrontare adeguatamente la situazione:
- se i comportamenti problematici del bambino non si attenuano nonostante i tuoi sforzi;
- se ti rendi conto di non riuscire a gestire le tue emozioni (ansia, rabbia, paura) davanti ai comportamenti del bambino;
- se non riesci a individuare una causa particolare per i comportamenti del bambino o se il motivo che hai individuato ti sembra troppo difficile da gestire;
- se la situazione sta diventando difficile e faticosa sia per il bambino che per la coppia
In questi casi l’aiuto di uno psicologo specializzato nel lavoro con bambini e genitori può essere fondamentale per far evolvere la situazione e favorire il benessere del bambino e della sua famiglia.
PSICOTERAPIA per il BAMBINO.
La psicoterapia con i bambini ha come modalità principale di comprensione e di intervento il gioco e il disegno. Questi sono infatti le strategie che il bambino naturalmente utilizza per elaborare le proprie esperienze emotive e dar significato al proprio mondo interno. Poiché i genitori rappresentano per il bambino un punto di riferimento centrale è necessario il loro coinvolgimento e appoggio al lavoro psicoterapeutico con il bambino. Solitamente una terapia si svolge in questo modo. Lo psicologo psicoterapeuta, prima di avviare qualsiasi tipo di lavoro terapeutico, incontra i genitori per raccogliere i problemi e ricostruire la storia familiare. In alcuni casi, il fatto di parlare con i genitori è sufficiente. Nelle altre situazioni il terapeuta propone un lavoro da fare solo con il bambino. La presenza della madre o del padre durante le sedute in genere dipende dall’età del bambino, ma anche dai suoi desideri: fino ai 3/4 anni è più facile che il bambino si esprima avendo la madre accanto; dopo i 7 anni, in genere, è vero il contrario. Parallelamente agli incontri con i bambini, il terapeuta può incontrare regolarmente i genitori da soli, o rivedere la famiglia insieme per fare il punto della situazione. Naturalmente la durata della terapia varia a secondo del bambino, delle sue difficoltà e della disponibilità a collaborare di tutta la famiglia.
PSICOTERAPIA alla coppia MAMMA-BAMBINO o PAPA’-BAMBINO o alla triade MAMMA-PAPA’-BAMBINO.
I disagi che possono sorgere nel primo periodo di vita (0-3 anni) possono essere affrontati in modo opportuno solo lavorando sulla relazione tra il bambino e i suoi genitori . Per la madre e per il padre è iniziato un processo di trasformazione come persona, frutto della condizione di attesa di un figlio e della sua nascita, che comporta dei cambiamenti nell’immagine di sé. Si fanno inevitabilmente i conti, in maniera più forte che mai, con l’immagine dei propri genitori, come si è gradualmente andata costruendo dentro di sé e con la relazione che con loro si è stabilita. Ci si raffronta pure con lo scarto esistente tra il bambino immaginato e quello reale che ha ritmi propri, sembianze fisiche proprie, il suo stile personale (il suo modo di piangere, di guardare, di muoversi, di mangiare, di dormire). Gli interventi precoci esitano abbastanza sovente in cambiamenti piuttosto rapidi che producono un viraggio della condizione problematica verso uno stato di benessere sia per il piccolo che per i suoi genitori.
CONSULENZE ALLA COPPIA GENITORIALE (o monogenitoriale).
La crescita e l’educazione di un bambino sono momenti molto delicati dello sviluppo che possono comportare grandi fatiche e disagi per l’intera famiglia, in particolare per mamma e papà. Creare uno spazio d’ascolto e di confronto vi aiuterà ad affrontare piccole e grandi difficoltà che possono presentarsi durante la crescita di vostro figlio. In molti casi sono sufficienti pochi colloqui con i genitori per avviare un cambiamento da cui l’intera famiglia possa trarre beneficio.
Anche con i bambini, in molti casi, trovo molto utile e fruttuoso integrare con l’EMDR le sedute per affrontare traumi più o meno forti che generano angosce o blocchi nel piccolo paziente.
- Psicoterapia integrata con il trattamento EMDR per la cura del DISTURBO POST- TRAUMATICO DA STRESS (da esperienze di vita multi-traumatiche come maltrattamento e/o abuso)
- Psicoterapie brevi per la rielaborazione di esperienze traumatiche singole come lutti di persone care al bambino o gravi incidenti attraverso la tecnica dell’EMDR.